Riproduzione elettronica dei documenti storici che hanno dato origine all'Ateneo.
Qui si presentano in edizione facsimilare le pergamene degli atti di fondazione dell’Università di Cagliari: la bolla del papa Paolo V, del 12 febbraio 1607, ed il privilegio del re di Spagna Filippo III, del 31 ottobre 1620; i documenti sono accompagnati dalla trascrizione dei testi, con allegate note critiche. Queste pergamene costituiscono simbolicamente l’immagine stessa dell’Ateneo; gli originali sono conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Cagliari.
Era stato, infatti, il Consiglio cittadino a farsi carico, in origine, di una parte dei costi di funzionamento dell’Ateneo; ed è questo il motivo per cui la documentazione più antica si trova custodita in quella sede. L’Archivio storico dell’Università detiene, invece, materiali a partire dall’epoca della cosiddetta “restaurazione” delle sedi accademiche di Cagliari e di Sassari (1764-65) voluta dal ministro sabaudo Giovanni Battista Lorenzo Bogino.
E’ utile qui ricordare i precedenti che furono alla base della promulgazione dei due documenti.
La prima richiesta di costituzione di uno Studio Generale a Cagliari era stata avanzata nel 1542-43 durante i Parlamenti celebrati in Sardegna dal viceré Antonio de Cardona. La petizione non fu accolta né ebbero sorte migliore le altre richieste che furono avanzate nel corso del XVI secolo. Dobbiamo giungere al Parlamento convocato nel 1602 dal viceré don Antonio Coloma per vedere i primi positivi riscontri. In quella circostanza, la petizione presentata nel 1603 dai tre stamenti ebbe immediato consenso. La domanda, affiancata da un piano finanziario che non faceva conto su interventi pecuniari del re o del Parlamento, ma prevedeva una ripartizione dei costi fra lo stamento ecclesiastico, che avrebbe contribuito per metà alle spese della erigenda Università, ed il Comune di Cagliari, che sarebbe intervenuto per l’altra metà con 1.000 ducati annui, trovò presto l’approvazione del re. Nella richiesta veniva fatto esplicito riferimento ai disagi a cui andavano incontro i regnicoli sardi che avessero voluto dedicarsi agli studi superiori, per accedere ai quali si dovevano trasferire nelle sedi accademiche italiane e addirittura in quelle spagnole, come era stato disposto in un provvedimento del re Filippo II, che proibiva la frequenza nelle Università italiane per timore di contaminazioni ereticali, quantunque quelle iberiche fossero insufficienti per ricevere studenti esterni. Il testo della petizione, oltre che negli atti parlamentari, si trova inserto nel privilegio del re Filippo III del 1620 e viene ora pubblicato per la prima volta in tale versione, che risulta più completa delle altre, come è stato precisato nella scheda tecnica di corredo alla trascrizione.
Il sovrano diede dunque il suo placet nello spazio di pochi mesi, ma per promulgare il privilegio formale era opportuno, secondo la consuetudine dell’epoca, il preventivo consenso canonico della Sede Apostolica, la quale era solita esercitare la sua tutela su ogni ordine di scuole e specialmente su quelle di alta cultura, come gli Studi Generali. Fu lo stesso re a richiedere il consenso al papa, tramite una supplica, e Paolo V, nel 1607, aderì alla richiesta con l’emissione di una splendida bolla pergamenacea in forma di fascicolo che ricalca, nel formulario e nei suoi caratteri estrinseci ed intrinseci, la veste delle litterae solemnes, come è stato meglio precisato nella scheda tecnica che precede la trascrizione.
Il pontefice, nell’autorizzare la creazione dell’Università, precisava che in essa si sarebbero potute insegnare le lettere latine, greche ed ebraiche, le arti liberali, la medicina, la filosofia, la teologia, le scienze e la giurisprudenza, così come avveniva nelle Università di Salamanca, Valladolid, Lerida, Compostela, nella Complutense e nelle altre sedi accademiche spagnole ed europee. La carica di rettore, a cui competeva il governo dell’Ateneo, secondo le indicazioni del papa doveva essere affidata all’arcivescovo di Cagliari, al quale era riservato anche l’incarico di Cancelliere; un collegio presieduto dallo stesso arcivescovo e formato da un canonico del Capitolo, da un delegato del braccio militare e dal Consigliere capo della città di Cagliari, avrebbe svolto le funzioni esecutive, incluso il controllo dell’applicazione degli Statuti, la nomina dei professori, l’amministrazione dei fondi.
Passarono ancora tredici anni prima che il re promulgasse il documento che avrebbe sancito la fondazione dell’Ateneo cagliaritano. Era il 31 ottobre 1620. A questo atto solenne dobbiamo far risalire, in termini giuridici, la nascita dell’Ateneo. Anche il privilegio reale, come la bolla pontificia, fu emesso in veste lussuosa, sotto forma di fascicolo pergamenaceo, accompagnato dal sigillo reale pendente. Le disposizioni di Filippo III fissarono alcune varianti rispetto a quanto espresso nella bolla pontificia. Il rettore sarebbe stato eletto per un triennio dal Consiglio comunale di Cagliari, che avrebbe scelto un ecclesiastico, dottore in teologia o in giurisprudenza, con i requisiti richiesti ai rettori delle altre Università della Corona d’Aragona ed in modo particolare al rettore dell’Università di Lerida. All’arcivescovo di Cagliari restava comunque attribuita la carica di Cancelliere con il potere di conferire gradi e titoli.
Il cammino da percorrere per l’inizio effettivo dei corsi era ancora lungo e spinoso. I due atti di fondazione costituirono, comunque, la base giuridica per ogni futura azione. Dotati di raffinate legature in pelle con preziose decorazioni in oro, fra le quali spiccano gli stemmi della città di Cagliari e del Regnum Sardiniae (ossia lo stemma dei 4 mori), presenti nelle copertine della bolla pontificia, furono gelosamente conservati nell’archivio cittadino, che tuttora li custodisce. Alcune annotazioni in essi contenute ci svelano particolari della loro storia esterna; così la firma apposta nel 1646 nei fogli di guardia di entrambi i documenti da Michele Jordan, provisor general dell’Università, funzionario al quale era demandata un’azione di controllo per il buon andamento dell’attività didattica, sulla base di quanto prescritto dagli Statuti dell’Ateneo. Queste firme sono indicative del fatto che il provisor Jordan, per motivi che non conosciamo, dovette tenere per qualche tempo presso di sé i due documenti.
L’ultima carta del privilegio reale ci informa invece, attraverso un’annotazione, della richiesta avanzata il 23 gennaio 1626 al capitano generale del regno, Pietro Raimondo Safortesa, da parte di una delegazione municipale guidata dal Consigliere capo Giovanni Dexart, di voler dare attuazione al privilegio di fondazione dell’Università promulgato dal re Filippo III. La richiesta venne subito accolta.
Le “Costituzioni” dell’Ateneo erano già redatte; i più urgenti problemi dei locali e dei finanziamenti erano stati affrontati. L’Università di Cagliari era in grado di muovere i suoi primi passi.
Luisa D’Arienzo
Trascrizioni
In allegato a fondo pagina, le trascrizioni integrali dei due documenti storici, a cura della prof.ssa Luisa D’Arienzo e pubblicate dal Centro Interdipartimentale dei musei e dell’archivio storico dell’Università di Cagliari (tratte dalla pubblicazione del 1997 "I documenti originali di fondazione dell’Università di Cagliari")
Bibliografia
G. DESSÌ MAGNETTI, Notizie storiche sulla regia Università degli studi di Cagliari, Cagliari 1879; A. GUZZONI DEGLI ANCARANI, Alcune notizie sull’Università di Cagliari, in “Annuario dell’Università di Cagliari”, 1897-98; A. LATTES-B. LEVI, Cenni storici sulla regia Università di Cagliari, in “Annuario dell’Università di Cagliari”, 1909-10; M. CANEPA, Le Constitutiones dell’Università di Cagliari, Cagliari 1925; M. PINNA, Gli atti di fondazione dell’Università di Cagliari, Cagliari 1931; L. D’ARIENZO, Università. Una nascita difficile, in “Almanacco di Cagliari”, 1983; G. SORGIA, Lo Studio generale cagliaritano. Storia di una Università, Cagliari 1986; R. TURTAS, La nascita dell’Università in Sardegna, Sassari s. a., pp. 75-81; L. D’ARIENZO, I Francescani, San Salvatore da Horta e l’origine dell’Università di Cagliari, in "Archivio Storico Sardo", n. XL (2000), pp. 453-464; L. D’ARIENZO, Così nacque l’Università di Cagliari, in “Unica news”, a.10, n.55, dicembre 2009, pp. 7 e 9.