Il Museo di Fisica custodisce ed espone un ricco patrimonio di strumenti scientifici, i più antichi dei quali risalgono alla seconda metà del Settecento. Alcuni sono una vera e propria rarità, come nel caso della macchina dinamo-elettrica di Pacinotti, esistente in soli tre esemplari al mondo. È un museo di grande valore storico ma anche un museo interattivo, dove le visitatrici e visitatori possono compiere in prima persona affascinanti esperimenti.
Come storicamente accaduto per molte raccolte universitarie, la collezione del Museo di Fisica nacque in principio con l’obiettivo di supportare la ricerca e la didattica.
Le sue origini possono dunque farsi risalire agli anni intorno al 1764, quando Carlo Emanuele III di Savoia emanò una riforma degli studi, dando inizio ai corsi di Fisica nell’Ateneo cagliaritano e donando alla Regia Università una prima serie di strumenti scientifici.
A questo nucleo, principalmente orientato allo studio della meccanica e della meccanica dei fluidi, appartiene un esemplare della Fontana di Erone, costruito proprio nel 1764. Con il tempo la collezione si è arricchita fino a coprire tutti gli ambiti della fisica, dalla storia dell’energia elettrica alle telecomunicazioni.
Un posto di assoluto rilievo occupa la macchina dinamo-elettrica ad anello di Antonio Pacinotti, costruita in prima persona dall’illustre scienziato fra il 1878 ed il 1880, durante la sua permanenza a Cagliari. La macchina permise a Pacinotti di dimostrare la possibilità di trasformare l’energia meccanica in energia elettrica e viceversa, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo della seconda rivoluzione industriale.
Ne esistono due soli altri esemplari al mondo, conservati al Museo degli Strumenti di Fisica dell’Università di Pisa e allo Science Museum di Londra.
La collezione è attualmente esposta negli spazi del dipartimento di fisica, all’interno del polo universitario di Monserrato. Il percorso espositivo si articola in diverse sezioni, corrispondenti ad altrettanti settori di questa affascinante materia.
Una prima sezione presenta strumenti e apparecchi di misura che illustrano l’evoluzione dell’energia elettrica in tutte le sue forme e sfaccettature. Proprio a questa sezione appartiene la macchina dinamo-elettrica di Pacinotti. Particolarmente interessanti sono anche un potentissimo cannone elettromagnetico e un trasformatore di Tesla da 1.000.000 di Volt.
Proseguendo nel percorso, s’incontrano gli strumenti di fisica per la medicina - tra i quali tubi a raggi X antichi e moderni, microscopi antichi, spettrografi e strumenti di ausilio alla spettroscopia ottica, apparecchi per le analisi in laboratorio spesso di una pregevole lavorazione vetraria.
L’ultimo nucleo percorre la storia delle telecomunicazioni, a partire dalle macchine telegrafiche Morse per giungere alla riproduzione perfetta del primo ricevitore a Coherer di Guglielmo Marconi.
Chiude il percorso una rilevante selezione di apparecchi elettronici del secondo Novecento, calcolatori, orologi atomici, computer per la crittazione e decrittazione di informazioni, che segnano l’ingresso dell’umanità nel mondo digitale.
L’esposizione della collezione si accompagna, nel museo di fisica, ad un nutrito numero di exhibit interattivi di grande valore didattico, che consentono alle visitatrici e ai visitatori di compiere un’esperienza formativa e ludica allo stesso tempo, sperimentando in prima persona le leggi e i fenomeni della fisica. Grazie a riproduzioni appositamente realizzate degli strumenti scientifici e delle macchine, è possibile per tutte e per tutti cimentarsi non solo con il funzionamento della dinamo di Pacinotti, ma anche con un cannone elettromagnetico, con specchi ustori, bobine di Faraday e molti altri dispositivi che hanno fatto la storia della scienza.
Il museo è inoltre arricchito dalla presenza di un sofisticato Pendolo di Foucault, concepito nell’Ottocento dal fisico francese Jean Bernard Léon Foucault come esperimento capace di dimostrare la rotazione terrestre tramite le sue oscillazioni. Costruito nel 1999 dal Professor Guido Pegna, l’esemplare del Museo dell’Università di Cagliari è tenuto permanentemente in oscillazione mediante un sistema di compensazione degli attriti di tipo elettromagnetico. È l’unico, in Italia, le cui oscillazioni possono essere costantemente osservate in rete.
Il museo è visitabile su prenotazione.
Per prenotare una visita è necessario scrivere all’indirizzo: museo.fisica@dsf.unica.it
Le prossime visite guidate sono organizzate secondo il seguente calendario:
17 gennaio 2025
31 gennaio 2025
7 febbraio 2025
27 febbraio 2025
14 marzo 2025
28 marzo 2025
11 aprile 2025
23 aprile 2025
9 maggio 2025
23 maggio 2025
Per ampliare il numero di Istituti Scolastici in visita al Museo, per ogni Istituto è possibile fare richiesta per una sola data nel corso dello stesso anno scolastico.
La visita dura circa 2 ore ed è pensata per un numero massimo di 40 visitatori inclusi gli accompagnatori. I visitatori saranno divisi in due gruppi: A e B e la visita si svolgerà secondo il seguente programma:
9:30 - 10:15 - gruppo A (Museo di Fisica), gruppo B (altra attività)
10:15 - 10:45 pausa
10:45 - 11:30 gruppo B (Museo di Fisica), gruppo A (altra attività)
Il museo è situato all’interno del dipartimento di fisica (blocco B) della cittadella universitaria di Monserrato ed è facilmente raggiungibile tramite le seguenti linee del CTM e ARST:
- UEX (CTM), fermata “Cittadella Universitaria” fronte dipartimento
- 8, 8A, 29, 29S e QSA (CTM) e linee 109, 117, 123, 126, 803, 811 (ARST), fermata “Cittadella Universitaria” fronte blocco D.
In quest'ultimo caso, una volta scesi alla fermata:
- procedete verso sinistra, dovrete camminare fino ad arrivare al blocco C
- girate a destra e proseguite fino ad arrivare a un bivio
girate a sinistra e proseguite fino ad arrivare al blocco B (edificio di fronte) e al dipartimento di fisica
L’ingresso riservato ai visitatori è quello più a destra, quindi una volta arrivati al dipartimento girate a destra e proseguite fino a trovare una porta automatica.
Indirizzo mail museo.fisica@dsf.unica.it