Status professionale conferito dal titolo
Restauratori di Beni culturali
- laboratori ed imprese di restauro;
- istituzioni centrali e periferiche del Ministero della Cultura (MIC);
- istituzioni museali e luoghi di cultura statali e non statali;
- aziende (anche individuali) ed organizzazioni professionali del settore;
- altre istituzioni ed enti di ricerca pubblici e privati operanti nel settore del restauro e della conservazione dei beni archeologici.
Caratteristiche prova finale
La prova finale ha valore di esame di Stato abilitante all'esercizio dell'attività professionale del Restauratore di Beni Culturali.
La prova finale consiste in due prove:
a) Prima prova di carattere applicativo, realizzata nel corso dell'ultimo anno attraverso un intervento conservativo-restaurativo su un manufatto, accompagnata da una relazione dimostrativa finale che potrà essere parte integrante dell'elaborato scritto oggetto della seconda prova.
b) Seconda prova di carattere teorico-metodologico, consistente nella redazione di un elaborato scritto relativo alla descrizione di un progetto conservativo scelto dal candidato e sviluppato in modo autonomo, anche interfacciandosi con le altre professionalità che intervengono nei processi di conservazione dei beni culturali. L'elaborato di tesi è preparato sotto la supervisione di uno o più relatori.
Conoscenze richieste per l'accesso
Per essere ammessi al Corsi di studio occorre:
a. essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore (quinquennale) o di altro titolo di studio conseguito all'estero riconosciuto idoneo;
b. possedere un livello di conoscenza d'ingresso nella lingua inglese pari al B1;
c. superare le prove di accesso progettate secondo le indicazioni del DM 87/09: due prove pratico attitudinali e una prova orale.
Le prove pratiche prevedono: un test percettivo visivo teso a verificare la capacità percettiva del candidato in relazione a una serie di gamme cromatiche e una prova grafica o di attitudine manuale tesa a valutare la naturale inclinazione a procedere con metodo, ordine, precisione e inoltre l'attitudine a operare una sintesi critica del manufatto proposto.
La prova orale è volta a verificare: la conoscenza diretta dei manufatti, la capacità di mettere in relazione i dati storico artistici e quelli tecnici, la conoscenza di base delle scienze della natura e della lingua inglese.
Abilità comunicative
Il laureato magistrale sarà in grado di:
- comunicare in maniera chiara e con proprietà di linguaggio gli aspetti morfologici e tecnici dei reperti oggetto degli interventi effettuati;
- comunicare i risultati delle ricerche effettuate sia a livello scientifico che divulgativo, utilizzando un linguaggio adeguato alla tipologia di interlocutore;
- comunicare correttamente la contestualizzazione dei reperti nei contesti topografici e storici di riferimento;
- decidere il registro linguistico e il livello di sintesi o di approfondimento del contenuto da comunicare (sia verbalmente che in forma scritta), calibrandolo sulla base dei destinatari;
- decidere le modalità di rappresentazione grafica di concetti e informazioni, utilizzando anche strumenti multimediali;
- comunicare anche in lingua inglese mediante l'utilizzo di un linguaggio specialistico.
Le abilità comunicative verranno sviluppate attraverso le lezioni frontali nell'ambito di insegnamenti orientati anche alla comunicazione dei beni culturali, i laboratori, le esercitazioni e gli scavi, la partecipazione a manifestazioni che coinvolgono il patrimonio archeologico (convegni e seminari) e che prevedono l'interazione con interlocutori diversi (studiosi e rappresentati delle istituzioni, ma anche semplici fruitori e interessati al patrimonio culturale, appartenenti a diversi livelli d'istruzione e fasce d'età).
La verifica delle capacità di apprendimento sarà diversificata in base al tipo di attività formativa e si attuerà con prove (intermedie e finali) scritte e orali, test, produzione di relazioni ed altri elaborati, adeguati alle differenti occasioni e ai diversi mezzi di comunicazione.
Le abilità comunicative saranno verificate in termini di padronanza di un linguaggio appropriato per comunicare i temi delle discipline e illustrare i processi applicativi connessi con l'intervento di restauro dei manufatti, anche in relazione ad utenti di differente formazione.
La prova di verifica della conoscenza della lingua inglese, la presentazione e la discussione dell'elaborato finale rappresenteranno un fondamentale momento di verifica complessiva delle abilità comunicative conseguite.
Autonomia di giudizio
Il laureato magistrale sarà in grado di:
- analizzare e interpretare, sulla base delle conoscenze acquisite, i contesti e le situazioni;
- reperire e vagliare criticamente le fonti, i dati e le risorse da utilizzare per la propria attività;
- formulare giudizi, giungendo a proposte innovative per la ricerca e a idee creative per il recupero, la conservazione e il restauro dei beni archeologici;
- operare delle scelte in modo autonomo e originale sui metodi, le strategie e gli strumenti da adottare per la realizzazione degli interventi di restauro e conservativi;
- produrre riflessioni critiche sulle ricadute sociali ed etiche del lavoro effettuato.
L'autonomia di giudizio verrà sviluppata attraverso lezioni frontali, laboratori, scavi, esercitazioni, convegni e seminari
Il raggiungimento di una autonomia di giudizio sarà testato attraverso gli esami di profitto, le relazioni sulle esercitazioni in laboratorio e la prova finale.
Gli allievi devono dimostrare di saper valutare la tipologia e l'entità dell'intervento da effettuare sui reperti archeologici, di saper affrontare azioni anche in condizioni di intervento di emergenza sul campo e di padroneggiare la metodologia.
La progettazione, il reperimento, la selezione ragionata della bibliografia e dei materiali di studio e la formulazione di riflessioni critiche nella tesi finale costituiranno un ulteriore momento di verifica dell'autonomia di giudizio acquisita.
Capacità di applicare conoscenza e comprensione
Area scientifica e tecnologica applicata
I laureati magistrali devono sapere applicare le conoscenze acquisite durante il percorso formativo per intraprendere la professione di Restauratore di reperti archeologici, adottando, ideando e argomentando soluzioni per affrontare aspetti e problemi con competenza e professionalità. In particolare, devono essere in grado di:
• aggiornare le proprie conoscenze utilizzando le competenze acquisite per una lettura critica della letteratura scientifica specialistica del settore;
• utilizzare i risultati di analisi scientifiche e di indagini diagnostiche per progettare gli interventi restaurativi e conservativi.
Le capacità di applicare conoscenza e comprensione vengono acquisite attraverso attività individuali e di gruppo, nei laboratori di restauro e sul campo con attività pratiche anche sul cantiere di scavo nonché con eventuali stages.
La verifica del raggiungimento di tali capacità avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area archeologica, storica e storico-artistica
I laureati magistrali devono sapere applicare le conoscenze acquisite durante il percorso formativo per intraprendere la professione di Restauratore di reperti archeologici, adottando, ideando e argomentando soluzioni per affrontare aspetti e problemi con competenza e professionalità. In particolare, devono essere in grado di:
- aggiornare le proprie conoscenze utilizzando le competenze acquisite per una lettura critica delle fonti e della letteratura scientifica specialistica del settore;
- individuare e confrontare oggetti inquadrandoli nel contesto storico e culturale;
- valutare criticamente lo stato di conservazione dei manufatti ceramici, metallici e leghe (comprensivi dei materiali numismatici), vitrei, lapidei, musivi e derivati;
- analizzare ed elaborare, anche con l'ausilio di strumenti informatici, i risultati delle indagini archeologiche, storiche, scientifiche e diagnostiche utilizzandoli per indirizzare le azioni da intraprendere;
- effettuare l'analisi critica delle fonti storiche e dei documenti d'archivio;
- padroneggiare il linguaggio specialistico necessario per comprendere e comunicare i temi della disciplina.
Le capacità di applicare conoscenza e comprensione vengono acquisite attraverso attività individuali e di gruppo, nei laboratori di restauro e sul campo con attività pratiche anche sul cantiere di scavo nonché con eventuali stages.
La verifica del raggiungimento di tali capacità avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area delle Metodologie
I laureati magistrali devono sapere applicare le conoscenze acquisite durante il percorso formativo per intraprendere la professione di Restauratore di reperti archeologici, adottando, ideando e argomentando soluzioni per affrontare aspetti e problemi con competenza e professionalità. In particolare, devono essere in grado di:
- riconoscere e inquadrare sotto l'aspetto cronologico e culturale i manufatti archeologici;
- produrre la documentazione grafica e fotografica dei contesti di scavo e dei manufatti, anche mediante le tecniche più aggiornate di rilevamento;
- analizzare le caratteristiche tecnologiche, tipologiche e iconografiche dei manufatti archeologici mobili, al fine di procedere alla loro corretta interpretazione;
- classificare, catalogare e schedare i manufatti del patrimonio archeologico utilizzando gli standard ufficiali in vigore e le più aggiornate tecniche informatiche;
- valutare l'opportunità, l'incidenza e l'efficacia degli interventi di restauro sulle differenti categorie di manufatti, sia a scopo conservativo sia a scopo di valorizzazione;
- elaborare idee originali in un ambiente interdisciplinare di ricerca;
- progettare attività per il recupero, la conservazione, la condivisione pubblica e la messa in valore dei beni archeologici;
- padroneggiare il linguaggio specialistico, anche in lingua inglese, necessario per comprendere e comunicare i temi della disciplina.
Le capacità di applicare conoscenza e comprensione vengono acquisite attraverso attività individuali e di gruppo, nei laboratori di restauro e sul campo con attività pratiche anche sul cantiere di scavo nonché con eventuali stages.
La verifica del raggiungimento di tali capacità avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area giuridica, economica e gestionale
I laureati magistrali devono sapere applicare le conoscenze acquisite durante il percorso formativo per intraprendere la professione di Restauratore di reperti archeologici, adottando, ideando e argomentando soluzioni per affrontare aspetti e problemi con competenza e professionalità. In particolare, devono essere in grado di:
- individuare gli aspetti rilevanti della professione sotto il profilo normativo ed economico nella definizione di un progetto di manutenzione e di intervento conservativo;
- coordinare gli interventi di restauro e gli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro;
- utilizzare gli strumenti informatici per la corretta gestione degli aspetti giuridici ed economici;
- padroneggiare il linguaggio specialistico.
Le capacità di applicare conoscenza e comprensione vengono acquisite attraverso attività individuali e di gruppo, nei laboratori di restauro e sul campo con attività pratiche anche sul cantiere di scavo nonché con eventuali stages.
La verifica del raggiungimento di tali capacità avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area delle tecniche del restauro
I laureati magistrali devono saper applicare le conoscenze acquisite durante il percorso formativo per intraprendere la professione di Restauratore dei beni culturali con particolare riferimento ai reperti archeologici, adottando, ideando e argomentando soluzioni per affrontare aspetti e problemi con competenza e professionalità. In particolare, devono essere in grado di:
- aggiornare le proprie conoscenze utilizzando le competenze acquisite per una lettura critica delle fonti e della letteratura scientifica specialistica del settore;
- valutare criticamente lo stato di conservazione di un manufatto e di stabilire le modalità di intervento per la conservazione e il restauro;
- distinguere gli interventi da attuare in relazione ai differenti tipi di materiali del reperto;
- operare valutazioni e intervenire in condizioni di emergenza e urgenza applicando procedure specifiche;
- comprendere i risultati di analisi scientifiche e di indagini diagnostiche finalizzate alla caratterizzazione delle strutture dei manufatti, dei materiali componenti e del loro stato di conservazione;
- progettare e dirigere interventi di conservazione, restauro e manutenzione;
- eseguire direttamente i trattamenti conservativi e di restauro;
- restaurare e conservare secondo un approccio interdisciplinare che tenga conto delle complesse implicazioni culturali insite nell'oggetto;
- padroneggiare il linguaggio specialistico necessario per comprendere e comunicare i temi della disciplina.
Le capacità di applicare conoscenza e comprensione vengono acquisite attraverso attività individuali e di gruppo, nei laboratori di restauro e sul campo con attività pratiche anche sul cantiere di scavo nonché con eventuali stages.
La verifica del raggiungimento di tali capacità avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Capacità di apprendimento
Il laureato magistrale sarà in grado di:
- approfondire in autonomia l'apprendimento delle tematiche disciplinari e delle competenze pratiche acquisite durante il corso, sia in un contesto di studio individuale, sia in un contesto di lavoro in termini di aggiornamento professionale;
- selezionare testi, fonti e tecnologie utili all'integrazione e all'ampliamento delle proprie conoscenze e competenze.
Le capacità di apprendimento verranno acquisite con lezioni frontali, laboratori, scavi, esercitazioni, convegni e seminari.
La verifica delle capacità di apprendimento saranno diversificate in base alla tipologia dell'attività formativa e si attuerà con verifiche scritte e orali, test, relazioni ed elaborati. La stesura e la discussione dell'elaborato finale rappresenterà un fondamentale momento di verifica complessiva.
Conoscenza e comprensione
Area scientifica e tecnologica applicata
Lo studente dovrà acquisire una solida competenza tecnico-scientifica sia di base che avanzata.
I laureati magistrali devono possedere:
• conoscenze scientifiche e tecniche necessarie alla valutazione critica dello stato di conservazione dei manufatti ceramici, metallici, vitrei e lapidei;
• conoscenza della struttura e composizione dei manufatti, dei materiali componenti e delle tecniche di realizzazione;
• conoscenza dei processi di degrado dei materiali e delle cause che li attivano e alimentano;
• comprendere i risultati di analisi scientifiche e di indagini diagnostiche finalizzate alla caratterizzazione.
La conoscenza e la comprensione vengono acquisite attraverso le lezioni frontali, la ricerca nelle biblioteche e negli archivi, l'attività in laboratorio, la didattica sul campo (contesti di scavo) e il lavoro di tesi finale.
La verifica dei risultati formativi raggiunti avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area archeologica, storica e storico-artistica
Lo studente dovrà conseguire una solida competenza nel campo dell'archeologia, della storia, della storia dell'arte, attraverso l'acquisizione di conoscenze specifiche, sia di base che avanzate.
I laureati magistrali devono possedere:
- conoscenze archeologiche, storiche e artistiche dalla preistoria al medioevo;
- conoscenza del contesto storico, culturale, sociale nel quale si sviluppano specifiche tecnologie di produzione e tecniche realizzative;
- conoscenze delle tipologie di beni archeologici e il contesto storico – culturale di riferimento;
- conoscenza del linguaggio specialistico;
- conoscenza delle fonti storiche e della letteratura specialistica.
La conoscenza e la comprensione vengono acquisite attraverso le lezioni frontali, la ricerca nelle biblioteche e negli archivi, l'attività in laboratorio, la didattica sul campo (contesti di scavo) e il lavoro di tesi finale.
La verifica dei risultati formativi raggiunti avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area delle Metodologie
Lo studente dovrà acquisire una solida competenza metodologica, sia di base che avanzata, nel campo del restauro e della conservazione dei Beni culturali, con particolare riferimento ai reperti archeologici.
I laureati magistrali devono possedere:
- conoscenza dei principi teorici, dei metodi e delle tecniche più avanzate per il recupero sul terreno e in ambiente subacqueo dei dati relativi ai manufatti ceramici, metallici, vitrei e lapidei, per il recupero, la conservazione preliminare, il trattamento in laboratorio e la diagnostica della loro natura anche ai fini della conservazione e della valorizzazione;
- conoscenza dei metodi di rilevamento e documentazione dei beni archeologici mobili, anche mediante l'impiego delle più aggiornate tecniche di documentazione digitale;
- conoscenza di metodi e tecniche analitiche diagnostiche ai fini della caratterizzazione dei materiali, dell'analisi dello stato di degrado e dell'azione conservativa ai fini della tutela e della messa in valore dei beni archeologici;
- conoscenza delle metodologie di indagine archeologica e di recupero dei reperti mobili;
-conoscenza delle più aggiornate tecnologie di restauro e conservazione dei Beni culturali, con particolare riferimento ai manufatti ceramici, metallici (comprensivi dei materiali numismatici), vitrei, lapidei, musivi e derivati;
- conoscenza del linguaggio specialistico e della terminologia specifica anche in lingua inglese.
La conoscenza e la comprensione vengono acquisite attraverso le lezioni frontali, la ricerca nelle biblioteche e negli archivi, l'attività in laboratorio, la didattica sul campo (contesti di scavo) e il lavoro di tesi finale.
La verifica dei risultati formativi raggiunti avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area giuridica, economica e gestionale
Lo studente dovrà acquisire una adeguata competenza giuridica, economica e gestionale.
I laureati magistrali devono avere:
- conoscenza e comprensione della normativa riguardante i beni culturali;
- conoscenza e comprensione degli elementi relativi alla economia di impresa;
- conoscenze e comprensione del managment dei beni culturali;
- conoscenza e comprensione dello stato degli studi e della bibliografia di riferimento.
La conoscenza e la comprensione vengono acquisite attraverso le lezioni frontali, la ricerca nelle biblioteche e negli archivi, l'attività in laboratorio, la didattica sul campo (contesti di scavo) e il lavoro di tesi finale.
La verifica dei risultati formativi raggiunti avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Area delle tecniche del restauro
Lo studente dovrà conseguire una solida base di conoscenze archeologiche, storico artistiche e di tecniche del restauro necessarie alla valutazione critica dello stato di conservazione dei manufatti ceramici, metallici, vitrei e lapidei.
I laureati magistrali devono possedere:
- conoscenza dei processi di degrado dei materiali e delle cause che li attivano e li alimentano;
- conoscenza teorica e pratica dei metodi e delle tecniche di conservazione e restauro;
- conoscenza dei diversi tipi di materiali;
- conoscenza degli standard scientifici, tecnici ed etici relativi alle attività di conservazione dei beni culturali e alla professione del restauratore;
- conoscenza delle fonti storiche e della letteratura specialistica.
La conoscenza e la comprensione vengono acquisite attraverso le lezioni frontali, la ricerca nelle biblioteche e negli archivi, l'attività in laboratorio, la didattica sul campo (contesti di scavo) e il lavoro di tesi finale.
La verifica dei risultati formativi raggiunti avviene attraverso le prove d'esame scritte e/o orali, l'attiva partecipazione ai laboratori, le prove tecnico-pratiche e la prova finale.
Le prove possono essere svolte anche in itinere e prevedere la stesura di relazioni ed elaborati e relativa presentazione, lavori di gruppo, esercitazioni sul campo, test.
Sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureati
Restauratori di Beni culturali
- laboratori ed imprese di restauro;
- istituzioni centrali e periferiche del Ministero della Cultura (MIC);
- istituzioni museali e luoghi di cultura statali e non statali;
- aziende (anche individuali) ed organizzazioni professionali del settore;
- altre istituzioni ed enti di ricerca pubblici e privati operanti nel settore del restauro e della conservazione dei beni archeologici.
Lingua/e ufficiali di insegnamento e di accertamento della preparazione
ITALIANO
Competenze associate alla funzione
Restauratori di Beni culturali
Il restauratore di beni culturali per poter esercitare nel contesto di lavoro possiede le seguenti conoscenze, abilità e competenze:
CONOSCENZE relative a:
- archeologia e storia sia a livello di sviluppo diacronico sia a livello teorico-metodologico;
- scienze (chimica, fisica, geologia e biologia) e tecnica della diagnostica dei manufatti archeologici;
- natura e proprietà fisico-chimiche dei materiali che costituiscono i manufatti, dei loro processi di degrado e d'interazione con l'ambiente di conservazione;
- tecniche e metodi di intervento ai fini della conservazione;
- metodi di archiviazione dei dati e documenti;
- legislazione ed elementi di management dei beni culturali.
ABILITÀ di:
- valutare lo stato di conservazione di un manufatto e di progettare protocolli diagnostici mirati;
- interpretare i risultati di analisi scientifiche e di indagini diagnostiche;
- archiviare e gestire dati e documenti;
- utilizzare autonomamente i principali strumenti informatici anche per la diffusione dei risultati;
- operare negli interventi conservativi e di restauro;
- elaborare testi scientifici, anche in lingua inglese.
COMPETENZE:
- predisporre progetti e attuare interventi nel rispetto delle norme tecniche e giuridiche vigenti;
- gestire e dirigere interventi diagnostici e di recupero mirati;
- interagire con le figure professionali impegnate nelle attività di conservazione e restauro dei beni culturali;
- documentare le modalità e proporre le misure per la conservazione e gestione di beni culturali.
Funzione in contesto di lavoro
Restauratori di Beni culturali
Il restauratore di beni culturali è il professionista che definisce lo stato di conservazione e mette in atto un complesso di azioni dirette e indirette per limitare i processi di degrado dei materiali costitutivi dei beni e assicurarne la conservazione, salvaguardandone il valore culturale (ex art 1 comma 1 D.M. 26.05.2009 n. 86). A tal fine, nel quadro di una programmazione coerente e coordinata della conservazione, il restauratore dei beni culturali analizza i dati relativi ai materiali costitutivi, alla tecnica di esecuzione ed allo stato di conservazione dei beni e li interpreta; progetta e dirige, per la parte di competenza, gli interventi; esegue direttamente i trattamenti conservativi e di restauro; dirige e coordina gli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro. Svolge attività di ricerca, sperimentazione e didattica nel campo della conservazione.
Il restauratore di beni culturali lavora in sinergia e in maniera complementare con gli archeologi e le figure professionali che operano negli interventi conservativi, di restauro e di tutela dei beni archeologici, sia nelle fasi di progettazione, sia nelle fasi operative sul cantiere e in laboratorio.
Il restauratore è in grado di rivestire ruoli con responsabilità di controllo e gestione nella conservazione del patrimonio archeologico e di svolgere, in piena autonomia gestionale e di ricerca, le attività lavorative.
Descrizione obiettivi formativi specifici
Il laureato magistrale raggiungerà i seguenti obiettivi formativi specifici:
- possedere conoscenze storiche, archeologiche, storico-artistiche, scientifiche e tecniche necessarie alla valutazione critica dello stato di conservazione dei beni oggetto di studio;
- essere in grado di progettare e dirigere protocolli diagnostici mirati;
- possedere conoscenze della natura e delle proprietà fisico-chimiche dei materiali che costituiscono i manufatti, dei loro processi di degrado e d'interazione con l'ambiente di conservazione;
- essere capace di valutare lo stato di conservazione di un manufatto e selezionare le più adeguate metodiche di intervento ai fini della conservazione;
- essere in grado di raccogliere, gestire, analizzare e monitorare basi di dati e flussi informativi di supporto alle attività di valutazione del reperto;
- comprendere i risultati di analisi scientifiche e di indagini diagnostiche di caratterizzazione degli aspetti strutturali dei manufatti, dei materiali componenti e del loro stato di conservazione;
- possedere abilità manuali per operare interventi conservativi e di restauro;
- essere in grado di progettare e dirigere interventi di recupero del bene culturale in coordinamento con le altre figure professionali e soggetti pubblici e/o privati coinvolti;
- possedere la conoscenza della normativa riguardante i Beni culturali e alla loro corretta gestione (con particolare riferimento a quelli archeologici);
- raggiungere una padronanza parlata e scritta della lingua inglese anche nei linguaggi specialistici.
Il Corso prepara inoltre per il proseguimento verso cicli di studio successivi quali dottorato di ricerca, scuole di specializzazione e Master di II livello.
Il percorso offerto è quello sui materiali e manufatti ceramici e vitrei, materiali e manufatti in metallo e leghe (PFP/4) con riferimento al restauro dei Beni archeologici.
Le attività formative si svolgono attraverso lezioni frontali in aula, attività teoriche e tecnico-pratiche in laboratorio e sul campo.
Il criterio uniformatore del corso di studio è la distribuzione equa in ogni anno fra insegnamenti teorici e attività di laboratorio, in modo da fornire una formazione di base, che comprenda i lineamenti di discipline dell'area scientifica, storica, metodologica, normativa, manageriale e gli insegnamenti di archeologia in ordine cronologico (dalla preistoria al medioevo), così da assicurare un apprendimento coerente e progressivo.
Le lezioni frontali vertono su discipline attinenti all'archeologia (dalla preistoria al medioevo), alla storia (Storia romana, medievale, Archivistica generale e informatica ), alle scienze e tecnologie (chimica e fisica applicati ai beni culturali, Georisorse minerarie per i beni culturali, Botanica ambientale e applicata, Informatica, Mineralogia e analisi mineralogica, Microbiologia generale, Petroarcheometria, Bioarcheologia dei resti umani, Diagnostica e nuove tecnologie per il restauro ), alle metodologie (metodologie della ricerca archeologica, archeometria, Teoria e storia del restauro), alla legislazione (Legislazione dei beni culturali), all'informatica (Informatica generale e laboratorio) e al management (Management dei beni culturali ).
Le attività tecnico-pratiche sono svolte attraverso laboratori teorico-pratici incentrati sulla conoscenza dei materiali e manufatti (ceramici, vitrei, metallici e leghe, numismatici, lapidei, musivi e derivati) e attraverso i laboratori di restauro durante i quali si apprendono le tecniche e i metodi di intervento per il recupero e la conservazione di reperti archeologici. Nel percorso didattico le attività teorico-pratiche sui materiali, studiate per assicurare le conoscenze di base sui reperti archeologici, sono logicamente preordinate al laboratorio di restauro dedicato.
Le attività sul campo prevedono una parte pratica da svolgersi nei cantieri di scavo archeologico.
Ulteriori competenze sono acquisite mediante la frequenza di laboratori linguistici che garantiscono il perfezionamento della conoscenza della lingua inglese anche nei linguaggi specialistici, nonché la frequenza del laboratorio di informatica anche con tecnologia 3D.